Cravatte e… centimetri

Sempre più convinto che l’io (o il superIo?) di un uomo sia direttamente proporzionale al diametro del nodo della cravatta, il quale è altrimenti inversamente proporzionale alle sue qualità intrinsiche:
più sono boriosi, vanitosi, magniloquenti, più ti rendi conto di quanto sono inconsistenti (a discapito delle proporzioni della loro cravatta!…)
I maggiori consumatori di cravatte large seized?
Per mie esperienze, venditori porta a porta (mitici quelli della Fol***to), agenti immobiliari (solitamente con gialli o celestini spettacolari), politici rampanti, studenti della Bocconi e cmq delle facoltà di Economia, avvocati, venditori di auto (ma moltissimi “commerciali” in genere…), addetti delle agenzie funebri, ahimè talora medici e sanitari, primari o aspiranti tali,
ma la cosa che più mi stupisce è che la cravatta stessa diventa un “codice”, una password di accesso ai suddetti, per reciproche concessioni…
Mi chiedo cosa li unisca.
Da dove nasce questa comunione di… cravatte, qual’è la molla che, rappresentandosi in tale vistosità, li spinge gli uni verso gli altri e a considerarsi genericamente superiori agli altri, geneticamente “più”?
Cosa giustifica queste dimensioni maggiorate? Quale sarà l’assillo dimensionale che pungola così fortemente la loro scelta nel vestire? Qual’è il “meno” che li spinge a questo “più”?

🙂

🙂 🙂

🙂 🙂 🙂

forse un’idea ce l’ho!
😀 😀 😀